MASTOPLASTICA ADDITIVA
Il seno ha un’importanza rilevante nell’ambito estetico poichè rappresenta il simbolo di femminilità, per tale motivo gli interventi di mastoplastica sono tra i più richiesti in chirurgia estetica.
Il mancato sviluppo mammario o una riduzione considerevole di volume e di tono in seguito ad una gravidanza si può risolvere in modo definitivo mediante il posizionamento di impianti o protesi mammarie di silicone; tale intervento prende il nome di mastoplastica additiva.
Tecnica chirurgica
L’intervento di mastoplastica additiva ha la durata di circa 1ora e mezza e viene eseguito in anestesia generale, per cui prevede la degenza di una notte in clinica.
Si possono impiegare diverse tecniche in base alla localizzazione dell’incisione, a dove si collocano le protesi e al tipo di protesi utilizzata.
Le incisioni, della lunghezza di circa 3 cm, possono essere periareolari, ovvero seguono il margine dell’areola solo nella sua metà inferiore, oppure sottomammarie, ovvero vengono collocate nel solco sottomammario in modo da essere nascoste dalle stesse mammelle, oppure sottoascellari (fig. 1).
Gli impianti mammari, che possono essere di forma (anatomica o rotonda) e misure differenti con proiezioni più o meno accentuate, possono essere posizionate dietro la ghiandola mammaria (vedi fig. 2)o dietro il muscolo pettorale (vedi fig. 3). Sia il tipo che volume e il posizionamento delle protesi verranno scelti con cura insieme al chirurgo in modo da non alterare l’armonia del corpo e ottenere un risultato più naturale possibile.
L’intervento prevede il posizionamento di drenaggi in aspirazione che la paziente dovrà tenere 24-48 h nel post-operatorio.
Questo tipo di intervento non da effetti secondari né impedisce l’allattamento.
La complicanza più temuta in questo tipo di intervento è rappresentata dalla contrattura capsulare che si può verificare nel 3% dei casi con posizionamento della protesi retromuscolare e nel 7% se retroghiandolare. Si tratta di una reazione immunologica dell’organismo che rigetta la protesi formando attorno ad essa una capsula eccessivamente stretta che la comprime determinando dolore e deformità del seno. In questo caso è necessario un intervento chirurgico per rimuovere la protesi, eliminare la capsula e posizionare una protesi nuova. Altre complicanze possibili sono rappresentate da ematomi e sieromi, ovvero raccolta di sangue o di siero nello spazio in cui é stata posizionata la protesi, che si risolvono con un semplice drenaggio degli stessi; cicatrici patologiche (ipo- o iperpigmetate, diastasate o ipertrofiche) che derivano nella maggior parte dei casi da un anomala cicatrizzazione della stessa paziente.
Nel post-operatorio si può avere una ridotta o assente sensibilità del complesso areola capezzolo che verrà recuperata nei mesi successivi.
Il risultato definitivo si può apprezzare a distanza di 10-12 mesi, quando si saranno riassorbiti perfettamente gli edemi e le protesi si saranno stabilizzate nella loro posizione naturale.
Cure del post-operatorio
La rimozione dei drenaggi aspirativi e del bendaggio compressivo avverrà dopo 24 h, il bendaggio verrà sostituito da un reggiseno tipo criss-cross che dovrà essere indossato giorno e notte durante il primo mese post-operatorio. I punti di sutura verranno rimossi in 14° giornata e a partire da questo momento si consiglia di eseguire degli automassaggi al seno per favorire il riassorbimento dell’edema e la mobilizzazione delle protesi.
E’ importante non sovraccaricare né stancare eccessivamente i muscoli pettorali, per cui si devono ridurre tutti i movimenti che necessitano un lavoro di questi muscoli (guidare, sollevare oggetti pesanti, tenere in braccio bambini) per almeno 3-4 settimane.
Si consiglia di non fumare nelle prime settimane post-operatorie.
Si consiglia, inoltre, di non esporsi al sole né ai raggi UVA per 1 mese per evitare pigmentazioni delle cicatrici.
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